L: Livorno
Alla stazione di Livorno ci arrivai la prima volta una notte del ’77. Dal treno, scendemmo io, mio padre e uno dei suoi cani. Sul marciapiede fantasma, forse senza pensiline, ci schiaffeggiò un umido salmastro e il puzzo di piscio che saliva sonoro dai binari, nonostante il freddo. Più avanti, sulla stessa banchina, bivaccavano solo tre capelloni (così, almeno, in quell’Italia in preda al panico morale) buttati per terra. Parlottando, si scaldavano alla fiamma generata dal compensato di cassette per la frutta. Un ferroviere li guardava senza cura.
Ecco.
biancamara
dicembre 30, 2012 at 9:45 am