N: Not in my backyard
Stazione di Empoli. Balza sul treno un tipo atticciato, i capelli grigi corti e dritti, tre rughe profonde sulla fronte bassa, la pelle quasi un po’ cotta. Appena nei corridoi, lascia sedere l’amica cotonata e ossigenata che s’è portata dietro e finalmente, tra la gente che a quell’ora del mattino legge o dorme, bercia verso la porta: «Mauro! Mauro, c’è posto qui!». E mentre l’altro gli urla «ma che ti urli, arrivo!», lo aspetta, si siede e domanda alla compagna di viaggio: «Allora, la situazione in Giappone?». L’amica fa per rispondere, abbozza un gesto. Il tipo: «Mh… e la Giovanna, co’ i’ mmaggio, poi, l’è tornata?…». L’amica dice: «Beh, sai… la paura c’è stata… l’onda…». Il tipo tronca: «Mah! Io domani so’ in trattoria a Sovigliana e poidomani a mangiare a casa della Teresa, sai a Spicchio?».
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